Sul mercato da poco più di dieci anni, Iocco – 8,5 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 28 dipendenti – è già riuscita a raggiungere standard industriali di tutto rispetto nel campo del vetro auto, dove è stata capace di introdurre novità che hanno contribuito a farne apprezzarne il lavoro in parecchie zone geografiche del mondo. Nel quartier generale di Cupello, in provincia di Chieti, la Pmi abruzzese ha infatti costruito le proprie fortune iniziando, per prima cosa, da uno step essenziale come è la formazione d’alto profilo, maniera di sviluppare il talento dei propri collaboratori che contraddistingue anche oggi il modus operandi aziendale.
“Quando ho deciso di tornare nel settore vetro auto dopo una parentesi in tutt’altro contesto lavorativo, l’idea alla base del progetto che avevo in mente era quella di far partire la Iocco come società di formazione per creare il budget necessario per costruire qualcosa di significativo – spiega Massimiliano Iocco, fondatore e general manager dell’azienda del teatino –. In un paio d’anni siamo stati in grado di mettere assieme quanto serviva e così nel 2013 abbiamo ricevuto il primo ordinativo, risultato concreto che in seguito ci ha dato la forza per proporre ad una clientela sempre numericamente in crescita le istanze innovative del team creato ad hoc per tradurre in prodotti le nostre tecnologie”.
Un know how d’eccellenza che ha poi consentito a Iocco di far arrivare sul mercato un macchinario capace di spostare gli equilibri commerciali nel settore del vetro auto, garantendo all’impresa abruzzese collaborazioni anche con primari marchi automobilistici mondiali. “La macchina, che sfrutta una tra le tecnologie più complesse per realizzare parabrezza auto, ha caratteristiche uniche al mondo. È capace di processare e laminare, ossia fondere, vetrature con spessori sottili pari a 0,7 millimetri e all’interno riusciamo ad inserire fino a sette film o interliner tecnologici”.
Altra linea guida dettata dai vertici aziendali al momento di progettare l’offerta di Iocco è stata invece quella di “nascere internazionalizzati”, scelta fatta pure per poter intercettare da subito e compiutamente i desideri del mercato extra Italia del vetro auto. “Abbiamo deciso di misurarci esclusivamente con l’estero, con un mondo per molti versi diverso rispetto a quanto accade qui da noi – sottolinea Iocco –. Le zone in cui siamo più presenti sono ovviamente l’Europa, dove il nostro brand continua ad avere una notevole popolarità, come anche la Cina, il Messico oltre al Nord e al Sud America”.
Chiaramente concentrata su tutto quanto gira intorno al vetro auto, la Pmi di base a Cupello (ma con altri due stabilimenti attivi sempre a Cupello e a Vasto) non disdegna di impegnarsi anche in settori diversi quando ce n’è bisogno. “Sfruttando i robot, le potenzialità indubbie del 5.0 e l’Intelligenza artificiale, strumento che al momento reputo indispensabile per non farci mettere in crisi da quanto arriva dalla Cina, siamo comunque in grado di spostare a piacimento l’attenzione anche nel campo della general industry, ambiente commerciale in cui Iocco ha le capacità per occuparsi di svariate cose. È, in ogni caso, una differenziazione minima in termini di fatturato, ma ci permette, di anno in anno, di poter spostare una parte di produzione altrove quando ci accorgiamo che il mondo dell’automotive rallenta”.
Tornato da poco da Shanghai, il general manager ha pure potuto constatare come il mercato dell’elettrico stia crescendo d’intensità all’estero. Aspetto molto interessante per Iocco, viste le forti richieste in termini di vetrature che arrivano in azienda da case produttrici di questo tipo di vetture. “Per tenerci costantemente al passo con i tempi e saper offrire quel che cercano i grandi player internazionali del settore è necessario che le dinamiche aziendali vengano velocizzate e anche messe periodicamente sotto la lente di ingrandimento. Riuscire a criticare i propri prodotti, insomma, è un genere di mentalità che va coltivata nel tempo e credo sia un grande atto di responsabilità nei confronti del cliente. Da noi è una prassi comune. Oltretutto, poi, rispetto alla maggioranza dei competitor, noi lavoriamo in open innovation, non abbiamo paura insomma di sviluppare cose con annesse nostre specificità interagendo col mercato”.
In ottica futura, infine, Iocco è orientata a continuare a progredire nel solco dell’innovazione, mettendo in campo tutto quanto serve per arricchire il proprio team di nuove competenze che contribuiscano a innescare l’ulteriore cambio di marcia auspicato dall’azienda abruzzese. “Di sicuro nei prossimi tempi investiremo ancora in ricerca e sviluppo, settore nel quale, facendo una media degli ultimi quattro anni, abbiamo messo a frutto circa l’11% del fatturato. Inoltre abbiamo creato la struttura di un innovation center con l’obiettivo primario di formare nuovi profili professionali capaci poi di essere integrati nel lavoro aziendale”, conclude Massimiliano Iocco.